Virtus Lanciano

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    Dalla Serie B al caos, com’è dura la ripartenza del calcio a Lanciano

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    1000 giorni fa di questi tempi il Lanciano era la migliore squadra d'Abruzzo e si godeva il primato momentaneo in Serie B, oggi la citta frentana dopo il ko nel playout di B e il disimpegno della famiglia Maio che ha portato alla mancata iscrizione del club in Lega Pro si ritrova a dover fare il tifo per la Marcianese, club di prima categoria che il prossimo anno prenderà il nome di Lanciano 1920.


    1000 giorni fa Lanciano, sognava ad occhi aperti, forte del titolo di migliore squadra d’Abruzzo e di un inatteso primato in Serie B dopo 13 giornate di campionato. In quel momento così gioioso era impossibile pensare che neanche tre anni dopo il piccolo comune abruzzese sarebbe completamente sparito dai radar del calcio professionistico e dilettantistico. Già perché dopo la mancata iscrizione della squadra al campionato Lega Pro decisa a luglio dal disimpegno della famiglia Maio e maturata dopo la sconfitta nel playout di Serie B contro la Salernitana, i supporter rossoneri hanno visto in poche settimane anche naufragare tutti i tentativi di iscrizione di una nuova squadra che potesse da subito rilevare il titolo sportivo e ripartire almeno dall’Eccellenza o dalla Promozione.
    Per un anno chi vorrà tifare Lanciano dovrà rassegnarsi a sostenere l’Asd Marcianese, compagine che milita nel campionato di Prima Categoria girone B e che proverà a guadagnarsi la promozione sul campo col sostegno della neonata associazione ‘Lanciano Rossonera’, un gruppo di cittadini ed appassionati che si vuole adoperare affinché nel più breve tempo possibile la cittadina frentana torni ad avere una squadra di calcio che partecipi a un campionato patrocinato dalla Figc e, in un tempo ragionevole, possa crescere e tornare a cavalcare i palcoscenici del calcio professionistico. La Marcianese, qualunque sarà l’esito del campionato al via proprio questo fine settimana, a partire dal giugno 2017 prenderà il nome di Lanciano 1920, vestirà i colori sociali rossoneri e tornerà a calcare il terreno dell’Enrico Biondi. Nel frattempo l’associazione lavorerà per allargare la propria base sociale, provando a coinvolgere il maggior numero di imprenditori locali e a creare una base solida che possa programmare progetti a lunga scadenza.
    La Marcianese non è però l’unica realtà che ambisce a prendere l’eredità della Virtus, visto che in Terza Categoria ai nastri di partenza troviamo anche Lanciano Football Club e Sporting Lanciano. Nel frattempo anche nel tifo organizzato non mancano le posizioni discordanti: il gruppo Non tesserati ha annunciato che non seguirà la Marcianese, mentre altri gruppi come l’Anxa ’97 hanno preferito tenersi defilati in questa fase.

    Un miracolo tramutatosi in un incubo

    Tra i primi risultati che Lanciano rossonera in poche settimane è riuscita ad ottenere c’è stata quella di ottenere che sulla maglia della Marcianese, rigorosamente rossonera, comparisse lo sponsor Mercadante, azienda che sostenne il progetto di rinascita del calcio lancianese anche quando si verificò il primo fallimento del club frentano nell’estate di 25 anni fa. Da quel giorno il Lanciano ripartì dall’Eccellenza, disputò 8 campionati di fila consecutivi di Serie C1 e l’8 aprile 2008 andò incontro a un nuovo fallimento con salvataggio del titolo sportivo per l’intervento della famiglia Maio, imprenditori nel ramo dello smaltimento dei rifiuti, che complice un ripescaggio riuscirono, nonostante la retrocessione sul campo, a far ripartire i rossoneri dalla Lega Pro Prima Divisione. Franco Maio, leader del gruppo, assume la presidenza onoraria del club ed affida la gestione sportiva ai giovani figli Valentina e Guglielmo. Nei successivi tre campionati il Lanciano ottiene due salvate comode e un piazzamento a ridosso nei playoff fino a quando nella stagione 2011-2012, trascinata dai gol di un giovanissimo Leonardo Pavoletti (capocannoniere del torneo con 16 gol), e dalle giocate di veterani come Vastola, Mammarella, D’Aversa ed Aquilanti riesce ad ottenere un’inattesa promozione in Serie B vincendo la finale playoff contro il Trapani e tagliando un traguardo mai raggiunto in 88 anni di storia.
    Nelle successive tre annate la Virtus Lanciano, da matricola si consolida a realtà virtuosa del calcio cadetto, piazza ideale soprattutto per tanti giovani calciatori per emergere e farsi ingaggiare anche da club di Serie A: da Falcinelli a Monachello, da Sepe a Cerri passando per il giovane Federico Di Francesco (autore proprio domenica del primo gol in Serie A, ndr) sono diversi i giocatori che trovano a Lanciano l’ambiente ideale per crescere ed emergere. Nella stagione 2013-2014 per la patron Valentina Maio, prima presidente-donna della storia della serie cadetta (in Serie A anni prima c’era già stato il precedente di Rossella Sensi, ndr) e moglie dell’ex attaccante lancianese Manuel Turchi, arriva il punto più alto: il primato in classifica fino ai primi di novembre e l’accesso ai playoff sfumato proprio all’ultimo giornata. Dopo un’altra annata tranquilla ottenuta con l’ex centrocampista D’Aversa in panchina, nell’ultimo campionato cadetto ecco emergere le prime crepe: la crisi nell’attività dei rifiuti speciali impone alla famiglia Maio un ridimensionamento, il calcio diventa superfluo e in pochi mesi la società decide di cedere tutti i pezzi migliori, compreso lo storico capitano Carlo Mammarella, e smantellare la squadra affidando un gruppo di giovani e giovanissimi al tecnico della primavera Magliarulo. Nonostante gli appelli della politica locale e l’impegno dei tifosi, la famiglia Maio non riesce ad evitare una ferale penalizzazione per violazioni Covisoc in materia di mancati pagamenti di emolumenti ai propri tesserati. Nonostante i ricorsi e le penalizzazioni il Lanciano riesce ad acciuffare la chance di giocarsi la salvezza ai playout dove però arriva una doppia sconfitta senza appello. Qui cala il sipario, senza alcun imprenditore pronto a farsi carico del milione e 800 mila euro di buco di bilancio la famiglia Maio, il 7 luglio, annuncia la liquidazione della società…
    E’ il finale amaro di quella che sembrava una favola e nel giro di qualche mese è divenuta la sceneggiatura di un dramma sportivo. Con tanto di colpo di scena finale, quello di una tifoseria che non sa ancora bene quale squadra tifare.

    Fonte: it.eurosport.com
     
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