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    Il gran ritorno di Schwazer, andrà ai Giochi di Rio

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    Dopo tre anni e nove mesi di squalifica per doping il marciatore azzurro mette tutti i rivali alle spalle sul traguardo dello stadio delle Terme di Caracalla: «È stata una gara bellissima. Non me la dimenticherò mai»


    Un successo che vale. Doppio, forse di più. Alex Schwazer andrà ai Giochi di Rio e lo fa superando un esame pieno di trappole: dopo tre anni e nove mesi di squalifica per doping il marciatore azzurro si ripresenta al via, sotto l’Arco di Costantino, per mettere tutti i rivali alle spalle sul traguardo dello stadio delle Terme di Caracalla dopo una gara (quasi) in solitudine sui 50 km previsti.
    Troppo forte e leggero, Schwazer. Troppo per chi, come il campione olimpico in carico, l’australiano Tallent, ha provato a restargli attaccato. Aveva paura, l’atleta altoatesino, di non riuscire a tenere il ritmo, il suo: ce l’ha fatta con una facilità davvero impressionante perchè, lungo il percorso romano, in occasione della Coppa del Mondo di specialità a squadre, nessuno è stato in grado di rimanergli in scia.

    Il tempo è da record stagionale, l’impressione è che Schwazer possa scrivere una pagina importante anche in Brasile, quando, ad agosto, la sfida sarà quella con l’oro olimpico in palio.

    “UNA GARA CHE NON DIMENTICHERO’ MAI”
    «È stata una gara bellissima, con un tifo incredibile e una squadra fortissima perché abbiamo vinto a squadra, è stata forse una delle gare più belle che ho fatto: in casa, una gara importante. Non me la dimenticherò questa gara - ha commentato l’azzurro dopo aver tagliato il traguardo -. Nella 50km quando non sei motivato, in questa gara soffri a fare fatica. Adesso è una cosa bella, comunque è fatica ma è bella. È un privilegio fare le gare, concretizzare tutti i mesi che ho passato con chi mi è stato vicino e poi ottenere questo risultato. È stata una 50 di quelle che mi ricorderò per le belle emozioni».

    Fonte: lastampa.it
     
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    Rugby, Bortolami dice basta: l'ex azzurro si ritira a 35 anni

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    Il seconda linea di Zebre Rugby ha chiuso la propria carriera, in occasione dell'ultima giornata del Guinness PRO12 che ha visto i bianconeri imporsi per 47-22 sui Dragons gallesi


    ROMA - Marco Bortolami appende le scarpe al chiodo. Il seconda linea di Zebre Rugby ha chiuso la propria carriera questo pomeriggio, in occasione dell'ultima giornata del Guinness PRO12 che ha visto i bianconeri imporsi per 47-22 sui Dragons gallesi centrando la qualificazione alla Champions Cup per la prima volta nella storia della franchigia del Nord Overt. Per il 35enne numero 5 padovano è stato l'ultimo atto di un percorso straordinario, iniziato con il debutto in prima squadra nel suo Petrarca Padova all'età di 19 anni e proseguito poi nei principali campionati d'Europa: con il Narbonne in Top14, con il Gloucester guidato sino alla Finale di Premiership nel 2007, con gli Aironi e le Zebre nel PRO12.

    Sempre con i gradi di capitano, una costante nella carriera di Bortolami che, dopo l'esordio internazionale del giugno 2001 contro la Namibia, a Windhoek, era stato scelto da John Kirwan un anno più tardi per guidare gli Azzurri sul campo ad Hamilton, contro gli All Blacks, più giovane capitano nella storia di Italrugby. Centododici caps con l'Italia, trentanove volte come capitano prima di passare il testimone a Sergio Parisse nell'autunno del 2007, ma pronto a tornare nel ruolo in altre due occasioni, nel 2012 a San Juan contro l'Argentina e nel 2014 a Dublino contro l'Irlanda. Nel suo curriculum azzurro anche tre Rugby World Cup (2003, 2007, 2011), cinquantuno presenze nell'RBS 6 Nazioni, terzo italiano di sempre per apparizioni nel Torneo, ed il privilegio di aver capitanato la Nazionale nel giorno della prima vittoria esterna, nel febbraio 2007 ad Edinburgo contro la Scozia.

    Alfredo Gavazzi, Presidente della Federazione Italiana Rugby, ha voluto rendere omaggio, a nome dell'intero movimento, alla carriera di Bortolami: "Marco è stato, per il nostro sport, una figura di grande rilievo, dentro e fuori dal campo. Il suo valore, come persona e come atleta, è stato riconosciuto in tutti i Club di cui ha vestito la maglia: nei primi anni della nostra partecipazione al 6 Nazioni è stato uno dei principali ambasciatori del nostro movimento al di là dei confini italiani. Ha sempre dimostrato un profondo attaccamento alla maglia della Nazionale ed una indiscussa professionalità nel proprio approccio al ruolo di giocatore. Lasciare il campo da gioco non è mai un passo semplice, ma sono certo che Marco, qualunque sia il percorso che deciderà di intraprendere, potrà sempre rappresentare per noi un importante valore mettendo al servizio del movimento la sua grande esperienza".

    "E' un momento importante della mia vita - ha dichiarato Bortolami - e non posso che guardare con curiosità ed entusiasmo alle sfide che mi prospetta il futuro. A trentacinque anni penso sia arrivato il momento di prendere in considerazione nuove opportunità, nel nostro sport o in altri contesti. Sarò sempre grato al rugby per quello che ha saputo darmi, come persona prima che come giocatore. Con l'Italia ho vissuto momenti indimenticabili come la vittoria del 2007 ad Edinburgo e dure delusioni come l'eliminazione mondiale di St. Etienne: porto tutto con me. Voglio ringraziare tutti i tecnici che, in Nazionale e nei Club, hanno creduto in me dandomi fiducia. Sono felice di aver chiuso la mia carriera con la qualificazione delle Zebre alla Champions Cup". La Federazione Italiana Rugby ha previsto di consegnare uno speciale premio alla carriera in occasione del test-match contro gli All Blacks del prossimo 12 novembre, palcoscenico adeguato per tributare il giusto riconoscimento alla storia sportiva di Marco Bortolami.

    Fonte: larepubblica.it
     
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    Valeria Straneo vince la maratona di Wurzburg e vola all'Olimpiade di Rio de Janeiro

    2940943valeriastraneo

    L'argento mondiale di Mosca 2013 (ed europeo di Zurigo 2014) ha cercato un ritmo adeguato fin dal via, transitando in 1h19:19 ai 21,097km, sotto la pioggia battente. Avversarie fuori gioco già al quindicesimo chilometro.


    Valeria Straneo ha centrato il tempo minimo qualificandosi per i Giochi Olimpici di Rio de Janeiro grazie al successo ottenuto nella maratona di Wurzburg con il tempo di 2h39:50. L'argento mondiale di Mosca 2013 (ed europeo di Zurigo 2014) ha cercato un ritmo adeguato fin dal via, transitando in 1h19:19 ai 21,097km, sotto la pioggia battente. Avversarie fuori gioco già al quindicesimo chilometro, quando la belga Alemitu (poi ritiratasi) ha perso contatto con l'azzurra.
    Nel finale, l'allieva di Beatrice Brossa ha saggiamente risparmiato ulteriori energie, in modo da poter tornare al più presto al lavoro in vista dell'appuntamento a cinque cerchi. Questi i parziali: 37:14 (10km); 1h19:19 (mezza maratona); 1h52:53 (30km); 2h31:19 (40km).Per la cronaca, il podio è stato completato dalla ceca Nekolova (1h54:06) e dalla tedesca Muller (2h59:47).
    "Sono soddisfatta per tanti motivi - racconta Straneo - a cominciare dal fatto di essermi sentita molto bene in corsa. Nella prima parte mi sono piaciuta: ero in pieno equilibrio, riuscivo a muovermi con facilità sul piede dei 3:45 al chilometro; non è poco, se si considera che sulle gambe, a causa dei tanti infortuni, ho praticamente un solo mese di lavoro. Questo mi fa guardare con ottimismo alle prossime settimane". Qualche difficoltà solo nel finale. "Ho cercato soprattutto di non forzare, in particolare nei chilometri conclusivi - ha concluso - in questo modo, mi basterà una settimana per recuperare e ricominciare la preparazione per i Giochi Olimpici".

    Fonte: it.eurosport.com
     
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    Alex Schwazer ancora positivo al doping: addio Olimpiadi?

    2399282alexschwazer

    Il marciatore altoatesino è risultato positivo agli anabolizzanti steroidi in un controllo effettuato lo scorso gennaio: Schwazer aveva staccato il pass per le Olimpiadi l’8 maggio a Roma, ma ora la sua partecipazione è in forte dubbio.


    Alex Schwazer ci è ricascato. Come rivelato dall’edizione odierna della “Gazzetta dello Sport”, il marciatore altoatesino sarebbe risultato positivo a un controllo a sorpresa effettuato dalla Iaaf a gennaio a Vipiteno: inizialmente le analisi avrebbero dato risultato negativo, ma un secondo test successivo alla qualificazione alle Olimpiadi ottenuta lo scorso 8 maggio a Roma avrebbe evidenziato una quantità fuori norma di anabolizzanti steroidi.
    Schwazer era tornato a gareggiare a maggio dopo aver scontato una squalifica di tre anni e nove mesi per positività all’Epo in un controllo effettuato nel luglio del 2012, poco prima dell’apertura delle Olimpiadi di Londra, dove avrebbe dovuto competere nella 50km di marcia: l’azzurro si era qualificato per Rio affidandosi al professor Sandro Donati, paladino dell’antidoping, e, proprio per questo motivo, la notizia della positività agli anabolizzanti sarebbe stata recepita con incredulità da lui e dal suo staff.
    Schwazer avrebbe già chiesto ai suoi legali di contestare l’esito del test, ma, se la positività dovesse essere confermata, non potrà partecipare alla spedizione olimpica per Rio 2016 e vedrà definitivamente concludersi la propria carriera.

    Fonte: it.eurosport.com
     
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    Baseball, Mlb ciao: maledizione sfatata, i Cubs vincono le World Series

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    Serviva un match da leggenda per sfatare il tabù più duraturo nella storia degli sport professionistici nordamericani. Dopo 108 anni di digiuno i Chicago Cubs vincono il campionato di baseball (Mlb) battendo 8-7 i Cleveland Indians soltanto al decimo inning della decisiva gara-7, ribaltando l'avvio di World Series che li vedeva sotto 3-1. L'ultimo successo della squadra nata sulle sponde del lago Michigan risaliva al lontano 1908: da allora sette finali perse, l'ultima nel 1945.
    Risale proprio a quell'anno la famosa "Maledizione della capra": Billy Sianis, immigrante greco proprciao mayla ietario di un ristorante ubicato nei pressi dello stadio di Wrigley Field e tifosissimo dei Cubs, acquistò due biglietti per godersi le finali di Mlb contro i Detroit Tigers, uno per sé e l'altro per la sua capra. I vicini di posto, infastiditi dall'odore emanato dall'animale, si rivolsero agli steward che allontanaro lo stesso Sianis. L'uomo, innervosito per la vicenda, lanciò un'anatema fuori dallo stadio: per aver oltraggiato la sua capra, i Cubs non avrebbero mai più vinto un campionato.
    A sfatare questo mito, alimentato da ben 71 anni di attesa, ci ha pensato la squadra del manager Joe Maddon al termine di un match deciso solo all'extra inning e sospeso quasi 20 minuti per pioggia. Ma il vero capolavoro è stato quello di rimontare da una situazione disperata con gli Indians avanti 3-1 nella serie: l'ultima squadra a riuscirci furono i Kansas City Royals nel 1985. Adesso l'anatema passa nelle mani di Cleveland che diventa la franchigia ad essere da più tempo a digiuno di vittorie: l'ultima nel 1948.

    Fonte: ilsole24.com
     
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  6. stefano7915
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    Addio alle corse di Rosberg dopo essere diventato campione del mondo
     
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    Il re è tornato, Federer sconfigge Nadal e trionfa agli Australian Open

    3448982federer


    E’ stata una festa del tennis, l’ha vinta Roger Federer 6-4 3-6 -6-1 3-6 6-3 dopo oltre 3 ore e 36 minuti di gioco. Una partita immensa, la nona finale di Slam tra due campioni infiniti che ha tenuto incollato al televisore mezzo pianeta. Per Federer è il 18esimo trofeo dello Slam, il 5°° Australian Open, vinto a quattro anni e mezzo di distanza dall’ultimo (Wimbledon 2012), l’89esimo titolo totale in carriera, dopo sei mesi passati lontani dai campi e venendo a capo di ben tre match al quinto set. A 35 anni e 5 mesi è il secondo più anziano vincitore di uno Slam dopo Ken Rosewall, che proprio in Australia vinse a 37 anni. Una impresa che resterà nella storia, bagnata dalle lacrime del fuoriclasse che alla fine non ha saputo trattenuto la gioia e l’emozione e ha ricevuto la coppa da Rod Laver. Ma grandissimo onore va anche a Nadal, un rivale straordinario che ha lottato fino all’ultimo, salvando anche un matchpoint, e che a 30 anni può considerarsi completamente recuperato e pronto a dare battaglia per il resto della stagione. Il tennis ha ritrovato i suoi campioni più grandi, lo sport la rivalità più lunga ed emozionante di sempre, gli appassionati due modelli di classe e correttezza.

    Federer era entrato benissimo nella partita aggiudicandosi il primo set, Nadal ha pareggiato il conto nel secondo. Di nuovo avanti lo svizzero nel terzo, giocato splendidamente mostrando alcuni colpi strepitosi di controbalzo. Dava l’impressione di poter chiudere rapidamente, Federer, ma un servizio malamente perduto all’inizio della quarta frazione rilanciava Nadal, che portava così il match al quinto set. Federer a questo punto ha chiesto l’intervento del fisioterapista, proprio come nel precedente match contro Wawrinka. Tornato in campo però ha ceduto di nuovo il servizio, facendosi poi annullare due palle break per recuperare.

    Nadal è scattato avanti 3-1, e a quel punto pareva avviato al suo secondo successo a Melbourne. Invece è arrivato, magnifico, il ritorno di Federer, che piazzando un paio di rovesci regali ha strappato due volte il servizio al grande rivale, andando a servire sul 5-3. Nadal ha salvato il primo matchpoint, poi si è dovuto arrendere dopo aver chiesto l’aiuto della moviola elettronica) all’ultimo dritto incrociato del Genio. Federer, che non batteva Nadal in un major dal 2007, porta così a 12 le vittorie in 35 incontri con Nadal, e a 3 le vittorie nelle finali Slam (contro 6 dello spagnolo), pareggiando anche la finale persa proprio con Rafa a Melbourne nel 2009.«Congratulazioni a Federer», ha detto un Nadal visibilmente abbattuto ma sempre re di fair-play durante la premiazione. «Oggi probabilmente ha meritato più di me di vincere. Ho passato un mese in Australia, ho lottato tanto e sento di essere tornato ad alti livelli. Combatterò per dare il meglio nel resto della stagione e conto di tornare qui ancora per molti anni per riprendermi la coppa».

    Commosso anche Federer. «Quando ci siamo trovato alla tua accademia quattro mesi fa - ha detto rivolgendosi a Rafa - non pensavamo nessuno dei due di ritrovarci qui in finale. Oggi mi sarebbe andato bene anche perdere da te. Il tennis è uno sport duro, non esiste il pareggio, ma oggi lo avrei accettato». Poi un finale che insinua un piccolo dubbio sul suo futuro: «E’ quasi vent’anni che gioco qui a Melbourne, mi sono divertito sempre tanto e ora si diverte anche la mia famiglia. Spero di tornare l’anno prossimo, se non sarà così, è stato comunque bellissimo».

    Fonte: lastampa.it
     
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  8. Massimuccio63
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    Rigori, c'è aria di rivoluzione: si farà come nel tennis?

    Non più alternanza semplice (favorisce i primi a calciare), bensì formula "ABBA", come nei tie-break tennistici

    03 MARZO 2017 - MILANO
    L'Ifab, l'organismo deputato a modificare le regole del calcio, ci sta pensando: i rigori vanno cambiati. Non i penalty singoli, bensì la formula della "lotteria" che decide le sfide per cui non sono stati sufficienti i tempi regolamentari e supplementari. I 4 rappresentanti delle federazioni britanniche e i 4 della Fifa hanno in mano uno studio interessante: le statistiche dicono che nel 60% dei casi a prevalere è la squadra che inizia per prima a calciare. Un dato che evidenzierebbe la necessità di cambiare per trovare una formula che garantisca più equilibrio.


    Messi contro Bravo in Coppa America. Reuters

    TENNIS — Sul tavolo c'è una proposta mutuata dal tennis: prevedere serie del tipo "ABBAABBAB", come avviene con i turni di servizio nei tie-break, invece della normale alternanza (a cui si ritorna in caso di pareggio dopo 10 tiri a testa). In pratica: il primo rigore lo batte una squadra, il secondo e il terzo quella avversaria, e così via, di due in due. Per ottenere il via libera, all'Ifab, è richiesta una maggioranza di 6 votanti su 8 sulle mozioni presentate.

    ( fonte: www.gazzetta.it/ )
     
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    Spixana (CS)

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    Come dare maggiore responsabilità ai tiratori. Così credo si favoriscano le più forti, ovvero quelle che hanno i giocatori più bravi a calciare i rigori e chi riesce a sopportare certe tensioni.
     
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