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Tutto sugli azzurri

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  1. .Sosu
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    Nulla da dire a Palombo, però il posto se lo merita Brighi ^^
     
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  2. ila_8866
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    Angelino, Olè!!!! :app: :wow:
     
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  3. manu091
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    CITAZIONE (.Sosu @ 25/3/2009, 18:12)
    Nulla da dire a Palombo, però il posto se lo merita Brighi ^^

    :qt:

    E' stato costante in rendimento per tutta la stagione.
     
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  4. FabioRHCP89
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    Quagliarella, gol in partitella



    19:03 del 25 marzo

    Seduta pomeridiana a porte chiuse per l'Italia di Marcello Lippi, in ritiro a Coverciano in vista delle gare di qualificazione Mondiale contro Montenegro (sabato a Podgorica) e Irlanda (1 aprile a Bari). Gli azzurri hanno svolto due partitelle a ranghi misti undici contro undici. La prima non ha data indicazioni tecniche precise, mentre nella seconda Lippi ha provato gli stessi undici verificati ieri pomeriggio e questa mattina: Buffon in porta, Zambrotta e Grosso esterni di difesa, Cannavaro e Chiellini centrali, Pirlo, che si è allenato con una benda al polpaccio destro, Palombo e De Rossi a centrocampo, Iaquinta punta centrale con Di Natale e Quagliarella ai lati. La seconda partitella è stata decisa da un sinistro dello stesso Quagliarella che ha insaccato alle spalle di De Sanctis.

    Fonte: calciomercato.com
     
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  5. ila_8866
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    bene, Pirlo col polpaccio fasciato gioca, e uno come Cassano (per dire un nome) no......-_-
     
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  6. FabioRHCP89
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    Lippi: 'La luna di miele post Mondiale non è finita'



    14:15 del 28 marzo

    Qualche motivo per arrabbiarsi c'è, ma la luna di miele post Mondiale non è finita: ne è convinto Marcello Lippi "No, la luna di miele post Mondiale non è finita. Al Mondiale c'erano motivi ben più importanti per incazzarsi. Qui ce ne sono solo alcuni, ma sono pochi", dice in riferimento alle reazioni degli ultimi giorni.
    "Mi aspetto determinazione ed entusiasmo, le qualità che alla fine fanno emergere la differenza tra le squadre - ha poi proseguito - Quando tre attaccanti persa palla si fermano e tornano camminando non si va da nessuna parte, quando tornano correndo allora va meglio", ha spiegato il ct, prima di giudicare positivamente dal punto di vista sportivo le velleità del Montenegro. "Ritengo giusto e bello che una Nazionale giovane come il Montenegro viva con l'entusiasmo di battere la squadra campione del mondo, questo è positivo".

    Fonte: calciomercato.com
     
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  7. FabioRHCP89
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    Trapattoni 'Cassano da Nazionale'



    18:35 del 31 marzo

    "Cassano è da Nazionale". Trapattoni boccia, indirettamente, la scelta di Lippi di escludere, per ora, dal gruppo azzurro il talento barese, in forza alla Samp. "Io Cassano l'ho fatto esordire perchè sono convinto sia un giocatore da Nazionale, resta però una mia opinione. Agli Europei in Portogallo l'ho trattato come un figlio e lui mi ha ripagato con grandi giocate".
    Giovanni Trapattoni, ct dell'Eire, glissa l'imbarazzo della domanda su cosa proverà quando suonerà domani l'inno di Mameli. "L'inno dell'Italia è quello della mia nazione, ma io mi emoziono anche quando sento quello dell'Irlanda", ha replicato. Poi il Trap ha allontanato l'ipotesi che Bari fischi gli azzurri per la mancata convocazione di Cassano. "Il popolo italiano tiferà per gli azzurri. Lo so bene. Anche io da allenatore ho avuto a che fare con situazioni simili".

    Fonte: calciomercato.com
     
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  8. ila_8866
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    Cassano: «Se Lippi mi vuole chiamare...»
    Il talento della Samp: «La disponibilità l’ho data: voglio capire di che morte devo morire»


    Cassano esplosivo. Come al solito. Parla poco, ma quando parla non è mai banale. Ecco un estratto dell'intervista, in onda domani sera su Sky Sport 1 alle ore 23.00 ("I Signori del Calcio"), con dichiarazioni sul suo passaggio dal Bari e la Roma e sul suo rapporto con la Nazionale.

    Dopo l’esordio con il Bari, sei stato subito venduto…
    «Sì, dopo l’esordio, ho continuato con il Bari il primo anno. A novembre-dicembre dell’anno dopo, avevo già trovato l’accordo con la Roma, il Bari stava andando in Serie B e io dovevo chiaramente salvaguardare la mia pelle e guardare al mio futuro. E quindi ho cominciato la mia avventura con la Roma».

    Hai scelto di andare alla Roma perché c’era Totti?
    «Sì, perché quando avevo 15-16 anni per me era il calciatore più forte e mi faceva piacere giocare con lui. Quando sono arrivato a Roma e ho giocato con lui, sono stato contento e si è avverato un sogno. Anche la dirigenza della Roma mi aveva fatto sentire importante, avevo parlato con Capello e Baldini. Ho scelto la Roma, anche perché mi dava più grano. Anche il Presidente Sensi è stata una figura molto importante nel mio passaggio alla Roma: ha speso tanto, ci ha messo la faccia, ha puntato su un ragazzino di 17 anni, mi ha dato tanto. Non posso che ringraziarlo. E’ stato fondamentale, più di altri che si sono presi i meriti del mio acquisto. Sensi è stato quello che mi ha preso, con l’appoggio di Capello».

    La Roma aveva appena vinto lo Scudetto…
    «Sì e poi abbiamo vinto la Supercoppa ad agosto. Secondo me, qualcosa in più potevamo fare con quella squadra. Siamo arrivati due volte secondi e almeno uno di quei due Scudetti potevamo anche vincerlo. L’anno in cui abbiamo pareggiato a Venezia, quell’anno abbiamo pareggiato undici partite con le ultime sette in classifica! Ci siamo persi per strada lo Scudetto».

    Al primo appuntamento con il Presidente Sensi sei arrivato in ritardo?
    «Siccome ero molto affezionato, e lo sono anche oggi, alla mia città, non volevo spostarmi da Bari. Mi ricordo che dovevamo essere alle 9.00 in via Aurelia. Sono arrivato a mezzogiorno! Pensavo che il Presidente, visto che mi avevano detto che era un po’ fumantino, mi avrebbe mandato subito a casa. Invece mi ha abbracciato e da lì capii subito il bene che mi voleva».

    Il rapporto con Capello? La sua prima telefonata?
    «Mi sembrava di essere al Polo Nord. Lui è di poche parole».

    Il giudizio finale su Capello è comunque positivo?
    «Sì, io gli voglio bene. Con tutte le stupidate che ho fatto, tornando indietro, il periodo Capello non lo rivivrei così, perché gliene ho fatte veramente tante. E non tanto il periodo di Madrid, lì l’ho avuto solo per un anno, di cui sei mesi sono stato fuori rosa. Nel periodo di Roma gliene ho fatte tante».

    Dopo Prandelli arriva Voeller…
    «Ma era un allenatore lui? Era una bravissima persona, però penso che non c’entrasse nulla con gli allenatori, non faceva l’allenatore, non so cosa faceva, stava lì, parlava a modo suo, nessuno lo capiva, poi dopo cinque giornate è andato via anche lui».

    Poi Del Neri: lui si capiva?
    «Ancora di meno, però era bravissimo, una gran brava persona. Escludendo Capello, tra gli allenatori che ho avuto per poco tempo, la persona per cui mi è dispiaciuto di più è stata proprio Del Neri, perché dopo il primo giorno, in cui lui voleva fare la tattica, gli ho rotto le balle, una cosa proprio schifosa. Ripensandoci adesso, non era giusto, perché era il primo giorno, era appena arrivato, l’ho messo con le spalle al muro, non volevo fare nulla, ho coinvolto anche gli altri a non fare niente. Ero un disastro, mi è dispiaciuto molto. Ma in quel periodo non ci pensavo».

    Ma perché in quell’anno eri così? Che cosa ti era preso?
    «Io sono stato così fino a 25 anni».

    Però l’anno prima eri stato bravissimo, anche in Nazionale…
    «In Nazionale sono stato bravissimo, ma ci sono cose che non si sanno, perché dopo la prima partita con la Danimarca, in cui sono stato in panchina, il giorno dopo ho preparato la valigia e volevo andarmene a casa, ma Gigi Buffon mi ha bloccato. Ci sono cose che non si sanno, non è che sono stato bravo, ci sono cose che si fanno uscire e altre no. Ripeto: quel periodo per me è stato molto difficile e molto duro, ho fatto tante cavolate e consiglio a tutti i ragazzi che stanno iniziando adesso a fare i calciatori di fare tutto l’opposto di quello che ho fatto io».

    Il più grande errore della tua vita è stato andare via da Roma?
    «Ripensandoci oggi, non penso sia stato il più grande errore. Il più grande errore della mia vita è quando ho lanciato la maglia in faccia all’arbitro. Quello è stato un momento in cui non riuscivo ad essere me stesso. Le altre volte, anche quando sbagliavo, ero sempre cosciente. In quell’attimo, in quei dieci secondi, non lo sono stato. E’ un gesto da non far vedere ai bambini, da censurare, da eliminare. Con quel gesto, ho rischiato di giocarmi anche l’Europeo! Poi, sono tornato, comportandomi bene e facendo anche delle promesse a Donadoni. Fortunatamente, sono andato all’Europeo, solo perché c’era Donadoni, che mi vuole bene. Non so quanti altri allenatori si sarebbero presi questa responsabilità!»

    Su Donadoni.
    «Donadoni ha avuto fiducia in me, mi ha chiesto determinate cose e non potevo venire meno: lui ha dato a me e io dovevo dare a lui. Un’esperienza che ho fatto e che non rifarei, è quando ho giocato da terzino, perché non è il mio ruolo, perché per quello ci sono altri calciatori che possono farlo benissimo. Io non sono adatto a quel ruolo, sono altri quelli che possono fare i maratoneti. Donadoni ci ha messo la faccia per me, andando contro tutto e tutti. Se avessi fatto un errore, il primo ad essere stato martellato sarebbe stato Donadoni, perché si era preso questa responsabilità. Io mi sono comportato bene perché quando do una parola è quella».

    Quanto contano i soldi nella vita?
    «Per me contano tanto. Non sono un ipocrita, come il 95% dei calciatori. Contano moltissimo la felicità e gli affetti ma anche i soldi. Io non ho mai visto una persona felicissima senza soldi. Per me i soldi sono l’80-90% della felicità».

    Raul, un capitano vero
    «Di tutti i capitani che ho avuto nelle mie squadre, lui era il vero capitano. Nulla a che vedere con gli altri. Il capitano con la C maiuscola, gli altri sono capitani con le fasce, che è diverso».

    La tua porta sarà sempre aperta per un maglia della Nazionale?
    «Da parte mia non ci sono problemi. La disponibilità l’ho data, la do. Non è che dobbiamo andare per le lunghe, voglio anche capire di che morte devo morire, nel senso che, se Lippi, eventualmente, un giorno mi vorrà chiamare, dovrà prepararmi, chiamandomi per qualche partita. Non è che all’ultimo momento mi chiama così, poi, sarei in difficoltà. Io faccio del mio meglio. Poi, se mi vorrà chiamare bene, altrimenti vado prima in vacanza».

    corriere dello sport

     
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  9. ila_8866
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    Ricordate il rosso a Pazzini contro l'Irlanda? C'è aria di STANGATONA...Domani la decisione sulla squalifica.


    Potrebbe costare caro quel gomito largo su John O'Shea a Giampaolo Pazzini. Ricorderete tutti la scena. Italia-Irlanda appena iniziata in un San Nicola festante: i due saltano, l'azzurro colpisce il difensore del Manchester United al volto e si vede sventolare sotto al naso, incredulo, il cartellino rosso.

    Provvedimento forse eccessivo che potrebbe costringere il Pazzo ad un'assenza forzata dal giro della Nazionale per ben tre turni. Domani la Disciplinare Uefa renderà nota la portata della squalifica, e il referto dell'arbitro Stark non promette niente di buono. Per il direttore di gara fu "condotta violenta", senza se e senza ma.

    La Federcalcio, naturalmente, non resterà a guardare, e proverà ad ottenere un solo turno di stop puntando sull'involontarietà del gesto e sul fatto che - a conti fatti - il giocatore ha già saltato novanta minuti proprio contro l'Irlanda. In ogni caso il provvedimento scatterà dal prossimo mese di settembre, dunque il bomber della Sampdoria sarà a disposizione per la Confederations Cup.

    gol.com


    scandalosi e incompetenti! :sick:
     
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  10. hetwet
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    Presentata la Maglia per la Confederetion Cup



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    Un azzurro più chiaro, i calzettoni marrone scuro e uno dei due pantaloncini della stessa tinta: è questa la novità della maglia, prodotta dalla Puma e presentata oggi a Coverciano, che la Nazionale Italiana indosserà in Sudafrica, in occasione della Confederations Cup. Un’edizione speciale dedicata esclusivamente a questo evento.
    Gli inediti colori sono un omaggio e un richiamo alla Nazionale di Vittorio Pozzo, due volte campione del Mondo: il marrone invece è una variazione sul nero che l'Italia indossò in alcune occasioni all'inizio degli anni '30. “E' un azzurro meno intenso - ha commentato il ct Marcello Lippi – ma, qualsiasi sia il colore, le quattro stelle ci sono e noi vogliamo onorare questa maglia”.

    Alla presentazione, nell’Aula Magna del Centro Tecnico, oltre al commissario tecnico, al Capo delegazione Gigi Riva e a Rino Gattuso, capitano in rappresentanza della squadra, hanno partecipato il direttore generale Antonello Valentini, la responsabile del Marketing Figc Benedetta Geronzi e Andrea Rogg, amministratore delegato della Puma Italia.

    Inoltre si è conclusa positivamente l’operazione commerciale con la Gillette, marchio leader nella rasatura maschile, che sarà partner ufficiale della FIGC fino al 2010. Dopo l’ingresso di Fabio Cannavaro come nuovo testimonial, in sostituzione del campione europeo Thierry Henry, la partnership con la Nazionale Italiana, le giovanili e la nazionale di calcio a 5 intende rafforzare il legame col mondo del calcio. E’ stata ufficializzata anche la collaborazione tra Fini e la Nazionale Italiana di Calcio. Sarà l’azienda di Modena, fondata nel 1912 da Telesforo Fini, a prendersi cura dell’alimentazione dei campioni del mondo. La Figc ha scelto l’azienda modenese emblema della tradizione culinaria italiana per la grande qualità, genuinità e bontà che da quasi 100 anni distingue i suoi prodotti.

    figc.it
     
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  11. Roby Baggio
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    Non è malaccio dai..

    prepariamo le valigie amici

    si va in sud africa :D :D
     
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  12. andrea_p
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    Messaggio di Buffon: “Dobbiamo ritrovare lo spirito di squadra”

    “Dobbiamo ritrovare lo spirito di squadra che è ci è mancato alla Confederations Cup. Possiamo farlo solo attraverso gioco, vittorie, capacità di soffrire insieme. Vogliamo giocarci le nostre chances al prossimo mondiale, ricordiamoci che siamo campioni in carica”: un messaggio chiaro che Gigi Buffon lancia da Coverciano, dove la Nazionale sta preparando la doppia sfida di qualificazione con Georgia e Bulgaria.
    “Paradossalmente – continua l’azzurro - credo che l'aver fallito in Sudafrica possa averci fatto bene, perché quando hai la fortuna di sbagliare, e gli errori non pesano più di tanto, hai molti spunti per migliorare e riparare. Per questo è stato importante aver partecipato alla Confederations Cup: probabilmente il prossimo anno in Sudafrica ci saranno squadre più forti di noi, ma non è detto che poi alla fine vincano i più forti. In Germania probabilmente non lo eravamo,però abbiamo vinto noi”.

    Juventus, Cassano e il campionato sono gli argomenti più gettonati nel corso della conferenza stampa del portiere azzurro. “E’un dato evidente -osserva Buffon, facendo riferimento alla presenza di otto juventini nella lista dei convocati azzurri per il doppio impegno di qualificazione - che negli ultimi anni i giocatori più importanti a livello difensivo abbiano sempre fatto parte della Juve, la presenza in azzurro è una logica conseguenza. Sicuramente a livello di conoscenza e automatismi, questo è un fattore che può aiutare, la difesa è composta quasi da tutti bianconeri, altri lo sono stati, altri lo sono a metà: un reparto che lavora quotidianamente insieme, è un vantaggio. E poi la Juve è una squadra di vertice e ha deciso di puntare su giocatori italiani: è normale che il commissario tecnico ci segua con attenzione”.

    E su Cassano: “Lippi ha dato la sua spiegazione, non credo che le porte della Nazionale siano definitivamente chiuse per Cassano. La squadra non si è mai opposta a nessun giocatore per vestire questa maglia. Da qui al Mondiale per Cassano può succedere di tutto. Inutile negare che ci sono situazioni che potrebbero far storcere la bocca a qualcuno, ma dobbiamo essere coerenti. Il gruppo prima di tutto, quindi poi serve comportarsi di conseguenza. Le scelte spettano all’allenatore”.

    Inevitabile, infine, una risposta al tecnico dell’Inter Mourinho, che ha più volte chiamato in causa la Juve: “E’ giusto che i tifosi della Juve sognino, e facciano voli pindarici sullo scudetto. Noi dobbiamo essere realisti: sarà molto difficile. L'Inter è la più forte in assoluto, una vera corazzata. Però dico anche che ci hanno tolto due scudetti, ma non possono toglierci anche la speranza”.

    Cannavaro sprona l’Italia: “La qualificazione passa anche per la Georgia”

    Dodici anni con la maglia della Nazionale, un Mondiale vinto, un Pallone d’Oro, diversi scudetti in bacheca, recordman di presenze in azzurro con 127 gettoni: abituato alle vittorie, Fabio Cannavaro, rientrato in Italia dopo l’esperienza spagnola con la maglia del Real Madrid, vuole festeggiare i 36 anni che compirà il 13 settembre con un altro successo. Il capitano si concentra sul doppio impegno che attende gli azzurri e che sarà fondamentale per la qualificazione ai Mondiali del 2010: “Si tratta di due sfide importanti, abbiamo la possibilità di allungare il passo. La Georgia non attraversa un momento positivo, mentre noi dobbiamo ritrovare le giuste motivazioni: la qualificazione passa anche dalla partita di sabato. Il gruppo è diverso rispetto a quello del mondiale di Berlino, stiamo cercando di tornare ad essere una squadra. In Sudafrica abbiamo avuto difficoltà fisiche e mentali, bisognerà lavorare su questo”.
    L’Italia è alla ricerca di una nuova identità e Cannavaro ammette: “Siamo più indietro rispetto a quattro anni fa, inutile negarlo. Lippi ora ha scelto un 4-4-2, ma dipenderà sempre dalle partite: Lippi non è legato a un modulo rigido, parte in una maniera e finisce in un'altra, magari iniziando con il 4-4-2 per terminare con un modulo diverso. La nostra è una squadra in grado di adattarsi tatticamente agli avversari e di cambiare la propria fisionomia”.
    Cannavaro punta forte su Giuseppe Rossi: “Hanno riconosciuto in tanti che è un fenomeno: ha senso del gol, dribbling, capacità tecniche. In Spagna col Villarreal si è consacrato: non gli metto troppo peso addosso se dico che è la sua ora. Ma ha l'età giusta, di qui al Mondiale dovrà essere lui a farci fare il salto di qualità”.
    L’ultima considerazione la fa su se stesso: “Penso che tornare al Cannavaro del 2006 sia difficile: se andate a rivedere quel campionato e il mondiale, parliamo di un livello stratosferico. Ma sono lo stesso Cannavaro: anche lo scorso anno ho fatto cose importanti, non ho mai avuto problemi fisici ma solo di condizione, solo che non venivano evidenziate perché giocavo in Spagna e magari era più interessante parlare di quelle negative. Quello che posso dire è che, dopo due anni, ho fatto una buona preparazione e si vede che sto bene”.

    fonte: figc.it
     
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  13. FabioRHCP89
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    Del Piero 'Giugno? Non vorrei essere in vacanza...'



    14:02 del 12 novembre

    Alessandro Del Piero si candida per un posto ai Mondiali 2010. Il capitano della Juventus lo dice senza giri di parole. Con un messaggio molto chiaro al ct Marcello Lippi.

    "Progetti per giugno? Non vorrei essere in vacanza" dice Sky Sport 24 Alessandro Del Piero proseguendo "Non sarà facile, ma credo di poter far parte di quel gruppo di 30-35 giocatori di cui ha parlato Lippi, anche perchè le prime due partite di qualificazione le ho giocate", ha concluso il numero 10 bianconero.

    Fonte: calciomercato.com
     
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  14. 0 Fernando9
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    io spero che del piero venga usato dalla nazionale ... è molto importante un giocatore come lui ...
     
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  15. __G i u `
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    CITAZIONE (0 Fernando9 @ 16/11/2009, 00:06)
    io spero che del piero venga usato dalla nazionale ... è molto importante un giocatore come lui ...

    Si ma quest'anno è permeato dagl'infortuni, difficilmente arriverà al Mondiale anche se sono d'accordo con te che potrebbe essere molto utile visto che in questi anni sta giocando alla grandissima.
     
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221 replies since 18/8/2008, 19:44   2512 views
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