Sport News

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    In quest'area di discussione saranno pubblicate notizie inerenti allo Sport, dando principalmente priorità a discipline che non hanno un vero e proprio spazio dedicato sul forum ^_^
     
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    Sharapova positiva al doping: “Ho preso un farmaco diventato illegale”

    L’annuncio della tennista russa: «Commesso un errore, spero mi diano un’altra chance»

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    Maria Sharapova, 28 anni, durante la conferenza stampa a Los Angeles

    Tutti pensavano avrebbe annunciato il suo ritiro, nessuno immaginava che Maria Sharapova avrebbe annunciato al mondo che aveva fallito un test antidoping. «Non voglio finire la mia carriera in un hotel di Los Angeles con questo brutto tappeto, ma ho commesso un errore, ho deluso i miei fan e creato un danno al tennis, e me ne assumo la responsabilità» ha spiegato aprendo la conferenza stampa che lei stessa aveva convocato.

    Sharapova in conferenza stampa: «La responsabilità è mia»

    Agli ultimi Australian Open la attuale numero 7 del mondo è risultato positiva al Meldonium, un farmaco anti-ischemico che Maria sostiene di avere assunto per anni su consiglio del suo medico per curare i suoi numerosi infortuni. «Fino al primo gennaio di quest’anno non era compreso nella lista dei farmaci proibiti, ma a dicembre la lista è cambiata, la Wada ha comunicato la nuova lista e io non l’ho guardata», ha ammesso la russa trattenendo a stento le lacrime. Per l’assunzione del Meldonium erano già stati squalificati la pattinatrice Ekaterina Bobrova e il ciclista Vorganov.

    Inevitabile pensare allo scandalo che ha travolto la Russia dell’atletica, anche se Maria, che vive a Los Angeles, è da ormai 15 anni americana quasi a tutti gli effetti: alle Olimpiadi però avrebbe gareggiato per la Russia. Ora la attende una squalifica ancora da quantificare ma che potrebbe arrivare a due anni e oltre. «Spero che mi venga concessa un’altra chance», ha quasi implorato la ex-regina decaduta, la prima grande del tennis a cadere sotto la mannaia dell’antidoping.


     
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    Fondo, Pellegrino notte da norvegese. L'8ª vittoria arriva a tecnica classica

    Il 25enne valdostano, già vincitore della classifica sprint, si aggiudica l'8° successo in carriera in Canada, il quinto stagionale. Un gran finale inatteso, ma meritatissimo



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    Che vittoria, Pellegrino: a tecnica classica. E’ lo sprinter delle meraviglie, il più forte con la Coppa di sprint in mano, ma anche in grado adesso di vincere a tecnica classica, la specialità dei norvegesi. A Canmore, il venticinquenne valdostano s’è ritagliato una notte da norvegese, prima di ricevere la sfera di cristallo. Un successo inatteso, una rivincita meritata contro gli scandinavi che nella stagione gli sono rimasti tutti dietro. Una finale iniziata con Petter Nortugh in difficoltà e subito fuorigioco, condotta poi con prudenza dall’azzurro prima dell’ultimo strappetto e il rettilineo finale attraversato in crescendo: secondo è il norvegese Brandsdal, terzo il francese Manificat, sotto il podio il vincitore della Coppa assoluta, Sundby. Per Chicco si tratta dell’ottava vittoria in carriera, la quinta stagionale. Il modo migliore per chiudere in bellezza la sua specialità, dopo 12 sprint, ha fatto pokerissimo. Aveva ottenuto il sesto tempo nelle qualificazioni, ed era riuscito a superare i turni ad eliminazione diretta in spaccata su Strandvall e Krogh, sempre cioè da secondo per evitare beffe. A Canmore s’è presa la madre di tutte le rivincite, trionfando proprio sulla neve in cui nel 2010 il portabandiera olimpico Giorgio Di Centa aveva battuto Pietro Piller Cottrer in una 15 km tl. La neve di Canmore ha portato ancora bene (ricordiamo anche una vittoria di Valerio Checchi nel 2008) all’Italia di Sepp Chenetti, che con un monumentale Pellegrino ed un altro emergente come Francesco De Fabiani, sta ricostruendo il fondo uscito ammaccato e a zero da Sochi. Federico chiude con 553 punti (a 476 il norvegese Petter Northug, a 414 l’altro vichingo Krog) frutto di 5 vittorie, (Davos, Dobbiaco, Lenzerheide, Planica e Canmore), un 4°, un 7°, un 9°, un 14°, un 26° e due volte un 21° posto (l’ultimo dei quali gli era valsa la Coppa di specialità a Quebec City venerdì). “Avevo materiali velocissimi, è stata una grande gara e volevo chiudere in bellezza la stagione. Ci sono riuscito in pieno, è una grande soddisfazione dopo il quinto posto ai Mondiali di un anno fa a Falun”, ha detto il poliziotto valdostano, 25 anni, e una carriera in formidabile ascesa.
    fenomeno — Una carriera cominciata proprio con il titolo mondiale under 23 nella sprint classica di Liberec, poi sulla sua pista preferita, quella di Davos nel 2013 aveva raccolto anche un podio tra i grandi interpreti sui binari chiudendo terzo per l’unica finale in carriera prima di Canmore e tenendo conto della finale iridata di Falun, in Svezia nel 2015 (dove poi ottenne il bronzo a coppie a skating con Didi Noeckler). Un colpo grossissimo per il valdostano che si sta completando, continua a migliorare tecnicamente ed è dotato di un talento, di una gestione gara, di un’intelligenza tattica fuori dal comune. Chi avrebbe scommesso in una vittoria in alternato, a questo punto? Ma ancora una volta Chicco ha saputo cogliere l’attimo, ha saputo sfruttare l’occasione, ha messo in crisi e confuso soprattutto i norvegesi e messo out il leader del Tour canadese, Sergey Ustiugov. Da vero asso.

    Fonte: Gazzetta.it
     
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    Mondiali pista, Ganna oro nell'inseguimento individuale

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    Il 19enne piemontese vince il titolo mondiale al Lee Valley Park. Sono passati 19 anni dall'ultimo titolo iridato: Martinello nella corsa a punti 1997. Un titolo prestigiosissimo: l’hanno conquistato Coppi e Bevilacqua, Messina e Faggin, prima di Moser, giusto 40 anni fa


    Filippo Ganna vince l'oro nell'inseguimento individuale al mondiale pista di Londra. Il 19enne piemontese di Vignone (vicino a Verbania) ha chiuso la prova in 4'16"141 contro i 4'18"275 di Domenic Weinstein alla media di 56,219 km/h. Erano 19 anni che l'Italia non vinceva un oro in pista: l’ultimo era stato Silvio Martinello nella corsa a punti di Perth 1997 (31 agosto). Nella finale, anche se con tempi differenti, Ganna è partito più piano dell'avversario, per poi imprimere l'accelerazione decisiva nell'ultimo chilometro: ai 3.500 metri è passato in vantaggio. I tempi parziali sono tutti migliori della qualificazione dell'ora di pranzo mentre il tempo finale è leggermente peggiore di quello della qualificazione che aveva chiuso a 4'16"127. Nell’inseguimento individuale, Ganna è il sesto azzurro a vincere il Mondiale: nel dettaglio, Fausto Coppi nel 1947 e 1949, Antonio Bevilacqua nel 1950 e 1951, Guido Messina nel 1954, 1995 e 1956, Leandro Faggin nel 1963, 1965 e 1966, Francesco Moser a Monteroni nel 1976. L’ultima medaglia era stata di Mauro Trentini nel 1999: bronzo.
    PAROLE — “Vincere a 19 anni non ci pensavo proprio, ero demoralizzato e non ottimista. Mi sono sbloccato con il quartetto, mi hanno aiutato molto Viviani e Villa, il merito è tutto loro. So che a casa si sono commossi tutti, la mamma ha perso la voce, il papà ha pianto”, ha detto Ganna, nato il 25 luglio 1996. Emozionatissimo, ha ricevuto subito l’abbraccio del c.t. Cassani.
    BRONZO — La finale per il bronzo è stato un affare tra britannici. Se la sono vista Owain Doull (che la sera prima ha corso la finale nell'inseguimento a squadre) e Andy Tennant: ha vinto il secondo al termine di una gara molto equilibrata con il tempo di 4'18"301. Doull ha concluso in 4'18"476.

    Fonte: gazzetta.it
     
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    Biathlon, Wierer ottava ma si consola con la Coppa

    Dodici anni dopo il dominio di Nathalie Santer, l'azzurra di Anterselva si aggiudica il trofeo di specialità nell'inseguimento, pur non riuscendo a salire sul podio nella gara mondiale



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    Non prende la medaglia bis, ma vince la Coppa del Mondo di specialità, quella dell'individuale di 15 km. Per Dorothea Wierer i Mondiali di Holmenkollen restano un grande affare. Dopo l'argento di domenica nell'inseguimento, la 25enne finanziera di Anterselva grazie all'8° posto finale (l'avrebbe preso anche chiudendo nona) si prende il globo di specialità per via delle due vittorie stagionali di Ostersund in Svezia e di Ruhpolding in Germania. Respinge così l'assalto col brivido perché la sua rivale principale per il trofeo era la francese Marie Dorin-Habert, battuta di 2 punti (154 a 152), oro in 44'02"8 (1 errore) sulla connazionale Anais Bescond (a 12"2) e sulla terza, la tedesca Laura Dahlmeier (2 errori a 1'17"), che aveva vinto l'ìinseguimento di domenica proprio davanti a Doro. L'azzurra oggi ha sbagliato due volte al poligono ("È stato strano" il suo commento) perdendo due minuti, a quel punto fatali per la medaglia. La Wierer è la seconda italiana a vincere il trofeo di specialità dopo Nathalie Santer nel '93-94, tra gli uomini c'è un precedente con Patrick Favre ora allenatore azzurro. «Puntavo alla medaglia visto che ero la favorita e avevo vinto le ultime due gare, per cui c'è un pizzico di delusione anche se sono soddisfatta di avere vinto la Coppa». Queste le parole di Dorothea Wierer al termine dell'individuale di Oslo. «Con due errori non vado da nessuna parte perché le avversarie non regalano niente. Nella prima serie a terra mi è scappato il terzo colpo e non sono riuscita a controllarlo come volevo, ma in generale non era il mio ritmo al poligono. Ho fatto fatica, sparato lentamente, non sono soddisfatta - ha ammesso - Sugli sci mi sono sentita un po' meglio, anche se ho un'infiammazione ai tibiali che sto curando con i massaggi. Bisogna avere un po' di pazienza e aspettare che passi, adesso ci aspetta la staffetta, puntiamo in alto ma dobbiamo sparare bene. Poi nella mass start ho possibilità di fare bene, ma so altrettanto bene che la concorrenza è qualificata».
    ALTRE AZZURRE — Brava Alexia Runggaldier, decima in classifica alla terza gara mondiale, troppo errori invece hanno condizionato Karin Oberhofer e Federica Sanfilippo. La 24enne finanziera di Santa Cristina, all'esordio sulle nevi norvegesi dopo avere partecipato agli Europei, ha tirato fuori dal cilindro la migliore prova della carriera, entrando per la prima volta nella Top10. «Sono contentissima della mia prestazione - ha spiegato -. Si trattava della mia prima occasione in questo Mondiale e non me la sono lasciata scappare. Non mi sono messa pressione, è stata una giornata divertente». Sicura al poligono (dove ha commesso un solo errore), sciolta sugli sci, ha mostrato un'ottima propensione per questo format. Ventiseiesima Karin Oberhofer con tre errori, mentre Federica Sanfilippo (5 errori) non è andata oltre il 58° posto. A questo punto è stato definito il quadro delle partecipanti alla mass start di domenica 13 marzo, fra le quali sono presenti Wierer e Vittozzi. Terza riserva Runggaldier.
    La generale di Coppa vede Soukalova salire a 996 punti contro i 910 di Dorin Habert e gli 868 di Wierer. Il prossimo appuntamento è fissato per venerdì 11 marzo con la staffetta femminile alle ore 15.30.


    Fonte: Gazzetta.it
     
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    L’italiana Arianna Tricomi conquista la prima vittoria nello Swatch Freeride World Tour

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    Arianna Tricomi fa saltare il banco allo Swatch Freeride World Tour. Alla stagione d’esordio nel gotha internazionale dopo essersi sudata l’accesso lo scorso anno nei Qualifiers, la rider ladina classe 1992 sta mostrando tutte le sue doti e, dopo due quarti posti a Chamonix e Vallnord-Arcalis, si è tolta addirittura lo sfizio di vincere la terza tappa a Fieberbrunn, convincendo i giudici con una spettacolare run giù dal pendio austriaco che le è valsa il punteggio più alto: 84,66. Nemmeno la padrona di casa Eva Walkner, che si è fermata a quota 81,66, è riuscita a fare di meglio. La Tricomi ha così regalato la terza vittoria di sempre all’Italia nel Tour dopo quelle di Markus Eder, nel 2013 a Cormayeur, e di Silvia Moser, nel 2015 in Alaska anch’essa durante la prima stagione nel circuito.
    «È stata davvero una gran bella giornata ed è stato fantastico vincere. Ho sciato molto libera, in testa avevo delle idee, ma ho deciso di seguire l’istinto e comportarmi come due giorni fa in neve fresca sulle Dolomiti, dove finalmente ha nevicato e ho potuto allenarmi sulle mie montagne con i miei amici, dandomi un feeling ed una carica in più per la gara di oggi – racconta la ventitreenne di Corvara, che vive ad Innsbruck, dove studia Fisioterapia -. Ci hanno dato questa mezz’ora di pausa prima di partire ed ero un po’ agitata perché faceva freddo. Allora, ho chiamato un mio amico con cui ho sciato negli ultimi giorni e lui mi ha detto di pensare troppo e io ho messo in pratica il suo consiglio. È stata una run veloce, mi sono veramente divertita a scendere con tanti salti e stare sulla poltrona del leader è stata un’emozione fortissima ed un sogno diventata realtà. Avere mia mamma e due dei miei migliori amici a fare il tifo ha reso il tutto ancora più speciale».
    L’obiettivo era di qualificarsi per la tappa successiva in Alaska (tra il 17 ed il 25 marzo, appena le condizioni saranno favorevoli), ci è riuscita alla grande ed ora può sognare perché la graduatoria provvisoria la vede in seconda posizione con 4300 punti, vicinissima alla capoclassifica Wallner (4700), con due gare ancora da disputare: in America, appunto, e poi a Verbier, teatro della finalissima ad inizio aprile. Ha superato il “taglio” anche l’altra italiana Silvia Moser, che ad Haines cercherà di bissare il successo del 2015 per risalire dalla sesta posizione (3490) che occupa attualmente.
    Oltre al successo della nostra Tricomi, lo sci maschile ha visto primeggiare l’outsider norvegese Dennis Risvoll, mentre nello snowboard si sono imposti la francese Elodie Mouthon nella competizione femminile e lo statunitense Sammy Luebke in quella maschile. In quest’ultima categoria, Sascha Hamm è stato vittima di una brutta caduta che l’ha costretto ad essere trasportato in elicottero all’ospedale più vicino. Il rider britannico è andato subito sotto i ferri, ma gli organizzatori hanno specificato che non è in pericolo di vita.

    Fonte: lastampa.it
     
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  7. stefano7915
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    CITAZIONE (Danilo Ultras @ 8/3/2016, 16:57) 

    (IMG:https://dumpshare.net/images/2395036sport.jpg)


    In quest'area di discussione saranno pubblicate notizie inerenti allo Sport, dando principalmente priorità a discipline che non hanno un vero e proprio spazio dedicato sul forum ^_^

    Grandissima idea Danilo :wub:

    Miticoooooo :wub:
     
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  8. stefano7915
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    CITAZIONE (Danilo Ultras @ 10/3/2016, 18:02) 

    Mondiali pista, Ganna oro nell'inseguimento individuale

    (IMG:http://images2.gazzettaobjects.it/methode_...ery-article.jpg)

    Il 19enne piemontese vince il titolo mondiale al Lee Valley Park. Sono passati 19 anni dall'ultimo titolo iridato: Martinello nella corsa a punti 1997. Un titolo prestigiosissimo: l’hanno conquistato Coppi e Bevilacqua, Messina e Faggin, prima di Moser, giusto 40 anni fa


    Filippo Ganna vince l'oro nell'inseguimento individuale al mondiale pista di Londra. Il 19enne piemontese di Vignone (vicino a Verbania) ha chiuso la prova in 4'16"141 contro i 4'18"275 di Domenic Weinstein alla media di 56,219 km/h. Erano 19 anni che l'Italia non vinceva un oro in pista: l’ultimo era stato Silvio Martinello nella corsa a punti di Perth 1997 (31 agosto). Nella finale, anche se con tempi differenti, Ganna è partito più piano dell'avversario, per poi imprimere l'accelerazione decisiva nell'ultimo chilometro: ai 3.500 metri è passato in vantaggio. I tempi parziali sono tutti migliori della qualificazione dell'ora di pranzo mentre il tempo finale è leggermente peggiore di quello della qualificazione che aveva chiuso a 4'16"127. Nell’inseguimento individuale, Ganna è il sesto azzurro a vincere il Mondiale: nel dettaglio, Fausto Coppi nel 1947 e 1949, Antonio Bevilacqua nel 1950 e 1951, Guido Messina nel 1954, 1995 e 1956, Leandro Faggin nel 1963, 1965 e 1966, Francesco Moser a Monteroni nel 1976. L’ultima medaglia era stata di Mauro Trentini nel 1999: bronzo.
    PAROLE — “Vincere a 19 anni non ci pensavo proprio, ero demoralizzato e non ottimista. Mi sono sbloccato con il quartetto, mi hanno aiutato molto Viviani e Villa, il merito è tutto loro. So che a casa si sono commossi tutti, la mamma ha perso la voce, il papà ha pianto”, ha detto Ganna, nato il 25 luglio 1996. Emozionatissimo, ha ricevuto subito l’abbraccio del c.t. Cassani.
    BRONZO — La finale per il bronzo è stato un affare tra britannici. Se la sono vista Owain Doull (che la sera prima ha corso la finale nell'inseguimento a squadre) e Andy Tennant: ha vinto il secondo al termine di una gara molto equilibrata con il tempo di 4'18"301. Doull ha concluso in 4'18"476.

    Fonte: gazzetta.it

    I piementesi della provincia di Verbania sono sempre i più forti :wub: :asd:


    Per il ciclismo da segnalare che in questi giorni si sta correndo sia la Tirreno-Adriatico (con Nibali e la tappa di domani potrebbe vederlo super protagonista) sia la Parigi-Nizza (attenzione alla tappa di oggi e a Contador)
     
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    Purtroppo la tappa della Tirreno-Adriatico non si è corsa causa maltempo, bella gufata Ste :asd:

    La Parigi-Nizza invece va a Geraint Thomas :)
     
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  10. stefano7915
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    CITAZIONE (Flachi_goal @ 14/3/2016, 00:55) 
    Purtroppo la tappa della Tirreno-Adriatico non si è corsa causa maltempo, bella gufata Ste :asd:

    La Parigi-Nizza invece va a Geraint Thomas :)

    Sulla Tirreno -Adriatico supergufata anche perchè la tappa è stata annullata senza motivo (visto che domenica alla fine pioveva e non nevicava come avevano detto le previsioni meteo)

    Ma sulla Parigi-Nizza l'ultima tappa è stato uno spettacolo Albertino :wub:
    Che corridore :inchino:
     
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    Alla fine la Tirreno-Adriatico la vince Van Avermaet: Sagan battuto per un secondo. La crono a Cancellara :)
     
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    Atletica, salto in alto: Tamberi campione del mondo indoor

    9194618tamberi

    L'anconetano vince l'oro con 2.36, davanti a Grabarz e Kynard. Solo 4° Barshim. Per l’atletica italiana termina un’attesa durata oltre dodici anni, dall’oro all’aperto di Beppe Gibilisco nell’asta a Parigi 2003


    Gianmarco Tamberi è campione del mondo! Indoor, ma poco importa, trattandosi di salto in alto. Per l’atletica italiana termina un’attesa durata oltre dodici anni, dall’oro all’aperto di Beppe Gibilisco nell’asta a Parigi 2003. Il 23enne anconetano, all’Oregon Convention Center, nel cuore della notte italiana, compie un’impresa. Vince (con 2.36) al termine di una gara tutta in salita, che pareva compromessa, salvata due volte con tentativi disperati, da dentro o fuori. Prima a 2.29 (quota centrata da altri sette atleti), poi a 2.33 (insieme a due soli altri), misure entrambe superate al terzo e ultimo tentativo a disposizione. Una simile dimostrazione di temperamento è da campioni veri.
    OLTRE LE STELLE — Sembra finita, morta e sepolta. Invece Gimbo, chissà come, tira fuori dal cilindro due meravigliosi conigli. E poi, lui e soltanto lui, supera 2.36, addirittura alla prima prova. Con l’unico salto finalmente bello, deciso e pulito di una gara difficilissima per tutti, su una pedana tutt’altro che semplice da interpretare. Per l’azzurro, dove non è arrivata la tecnica, si è spinto il carattere. Poi, a titolo iridato conquistato e ad altre gare terminate, col pubblico di uno stadio esaurito da oltre 7000 spettatori rimasto solo per lui, la richiesta di porre l’asticella al fatidico 2.40. I tre tentativi, in particolare l’ultimo, sono tutt’altro che velleitari. L’appuntamento è ancora una volta rimandato, ma la quota da vertigini è certo nelle sue gambe e nelle sue caviglie d’oro.
    GLI AVVERSARI — Il finanziere, la solita barba fatta solo sulla guancia destra e istrione come sempre, chiude la stagione in sala imbattuto: cinque gare, altrettanti successi, con la straordinaria media di 2.35,6 e la punta di 2.38 del record italiano. E se in precedenza si era trattato di meeting o del campionato italiano nella sua Ancona, a Portland è stato un Mondiale, con pochissime assenze di rilievo. E Gimbo, a meno di cinque mesi dall’Olimpiade di Rio, li ha messi in fila tutti: l’argento va al collo del redivivo britannico Robert Grabarz, il bronzo a quello dello statunitense Erik Kynard, entrambi fermi a 2.33. Il grande Mutaz Barshim, il più atteso e forse il favorito, dato il pedigree, non va oltre la quarta piazza con 2.29. A condizionarlo, anche un problema di crampi a 2.33, con una sola vera prova effettuata e un ultimo tentativo a 2.36 fallito. Poca gloria per Marco Fassinotti, nono con 2.25.
    IL REGALO — Per Gianmarco, in un pomeriggio costellato da tanti errori per tutti, prima dei tre a 2.40, ci sono stati cinque nulli (uno addirittura a 2.20, due appunto a 2.29 e a 2.33) e altrettanti salti validi, compresi quelli decisivi a 2.29, 2.33 e 2.36. Doveva essere una progressione selettiva e una progressione selettiva è stata. Gimbo ci ha preso anche nel pronostico: alla vigilia aveva dichiarato che per l’oro non sarebbe stato necessario arrampicarsi fino a 2.40... Il resto è gioia, un’incontenibile gioia. Nel giorno della festa del papà, il primo abbraccio a bordo pedana è con babbo Marco, nella specialità olimpico a Mosca 1980 e da sempre anche suo allenatore. Un figlio campione del mondo: c’è un regalo migliore?

    Fonte: Gazzetta.it
     
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    Ma ha sempre la barba così o è una foto di repertorio?
     
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    CITAZIONE (Flachi_goal @ 20/3/2016, 12:28) 
    Ma ha sempre la barba così o è una foto di repertorio?

    A quanto pare è un marchio di fabbrica: nel cercare le foto la barba era praticamente sempre in quel modo!
     
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    Milano-Sanremo, trionfo di Arnaud Demare

    In Via Roma, torna a vincere un francese 21 anni dopo il successo di Laurent Jalabert. Sul podio anche Swift e Roelandts, quarto Bouhanni. Pozzato, ottavo, primo degli italiani



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    Arnaud Demare ha vinto l’edizione 107 della Milano-Sanremo. Dopo 295 km (4 in più per la frana ad Arenzano che ha costretto a una deviazione in autostrada), in Via Roma, il francese della Fdj, classe 1991, ha riportato la Classicissima in Francia 21 anni dopo il successo di Laurent Jalabert. Secondo posto, in una volata condizionata dalla caduta del colombiano Fernando Gaviria, al britannico Ben Swift (Sky). Sul podio anche il belga Jurgen Roelandts (Lotto), poi un altro francese, Bouhanni. A seguire, Van Avermaet, Kristoff e Haussler. Ottavo posto per Filippo Pozzato (Southeast-Venezuela), primo degli italiani davanti a Colbrelli e Trentin che ha chiuso i primi dieci.

    finale — Certamente la volata finale, come si diceva, è stata condizionata dalla caduta di Gaviria che si è toccato con Peter Sagan. Demare è stato bravissimo a uscire ai 150 metri e beffare tutti: l’ultimo francese ad avere vinto una classica monumento era stato sempre Laurent Jalabert (Lombardia 1997). Un vincitore a sorpresa ma non poi troppo, si potrebbe dire di Demare (uscito dalla Parigi-Nizza come 5 degli ultimi 6 vincitori della Sanremo), visto che si tratta del suo 35° successo da pro’: il più importante, ma Demare (coinvolto nella caduta prima della Cipressa a una trentina di chilometri dalla fine) era stato campione del Mondo under 23 nel 2011 e nel 2012 aveva firmato la Classica di Amburgo. La corsa si è accessa nel finale: sul Poggio ci avevano provato Fedi, poi Gallopin e Kwiatkowski. In fondo al Poggio, ecco i tentativi di Cancellara, Nibali, Boasson Hagen e Van Avermaet, prima della volata decisiva che ha riportato la Francia in trionfo a Via Roma.

    arrivo — 1. Arnaud Demare (Fra, Fdj) in 6.54'45"; 2. Swift (Gbr); 3. Roelandts (Bel); 4. Bouhanni (Fra); 5. Van Avermaet (Bel); 6. Kristoff (Nor); 7. Haussler (Aus); 8. Pozzato; 9. Colbrelli; 10. Trentin; 12. Sagan (Svk); 13. Montaguti; 15. Valverde (Spa); 17. Bonifazio; 20. Gavazzi; 21. Rebellin; 22. Fedi; 26. Boasson Hagen (Nor); 29. Battaglin; 30. Pellizotti; 31. Cancellara (Svi); 33. Nibali a 8"; 40. Kwiatkowski (Pol) a 34”; 42. Nizzolo a 36”; 45. Visconti; 58. Ulissi; 59. Matthews (Aus); 60. Puccio a 43”; 61. De Marchi a 44”; 65. Gatto a 1’30”; 79. Gaviria (Col) a 1’48”.


    Fonte: Gazzetta.it
     
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